Carol S. Dweck è una delle più importanti ricercatrici nel campo della motivazione ed è professore di psicologia alla Stanford University.

La sua ricerca si è focalizzata sul perché le persone hanno successo e su come promuovere il successo.

È stata titolare di cattedre alla Columbia University e alla Harvard University, ha tenuto conferenze in tutto il mondo ed è stata eletta all’American Society of Arts and Sciences.

Il suo libro “Teorie del sé – Intelligenza, motivazione, personalità e sviluppo” è stato premiato come libro dell’anno dalla World Education Federation.

Il suo lavoro è stato presentato in pubblicazioni come The New York Time, il Time, The New Yorker, The Washington Post e The Boston Globe.

Nel 2012 è uscito il suo libro “Mindset: Cambiare forma mentis per raggiungere il successo” . L’idea centrale del libro, che lei ripropone nel anche suo speech su Ted, è tanto semplice quanto rivoluzionaria e illuminante e può fare praticamente la differenza per tutti.

La Professoressa Dweck sostiene che ci sono due diversi tipi di atteggiamento mentale nei confronti dell’apprendimento.

  • Alcuni sanno che le qualità umane possono essere coltivate attraverso lo sforzo
  • Altri pensano che le qualità umane siano scolpite nella pietra.

Quali sono le conseguenze del pensare che la tua intelligenza e la tua personalità siano qualcosa che puoi sviluppare o, viceversa, pensare che siano tratti o qualità fisse, definite e immutabili?

Il credere che le proprie qualità siano scolpite nella pietra, la mentalità fissa, crea l’urgenza, il bisogno di dimostrare continuamente se stessi e il proprio valore, perché nel momento in cui abbiamo solo una certa quantità di intelligenza e una personalità determinata, allora è meglio provare di averne una dose sufficiente.

Al contrario, la mentalità della crescita è basata sulla convinzione che le proprie qualità siano cose che possono essere coltivate e accresciute.

Nonostante le persone differiscano una dall’altra relativamente ai propri talenti, attitudini e interessi, ognuno può cambiare e crescere attraverso l’applicazione e l’esperienza. Perché sprecare tempo a dimostrare quanto bravo sei, quando puoi impegnarti a diventare sempre più bravo? Perché dedicare tempo a nascondere le debolezze quando potresti dedicare tempo a superarle?

Carol Dweck racconta che in una ricerca è stato insegnato ai ragazzi che ogni volta che si allontanano da un ambiente sicuro per imparare qualcosa di nuovo o difficile, i neuroni del cervello formano nuovi e più forti collegamenti, e che con il tempo diventano più intelligenti.

Questa consapevolezza crea una vera e propria passione per l’apprendimento e l’abitudine e il piacere a forzare se stessi oltre i propri limiti, questa mentalità consente alle persone di crescere e prosperare anche durante i momenti più sfidanti della propria vita.

In questo studio, gli studenti a cui non è stata insegnata questa mentalità della crescita continuavano ad avere voti in calo, ma coloro a cui era stato insegnato questo concetto, mostravano voti crescenti.

E questo tipo di miglioramento è stato dimostrato con migliaia di ragazzi, specialmente studenti in difficoltà.

Carol Dweck racconta:

«Ho sentito di una scuola di Chicago in cui gli studenti dovevano passare un certo numero di corsi per diplomarsi e se non passavano un corso ottenevano il voto “Non ancora”. Ho pensato che fosse fantastico, perché se prendi un voto negativo, pensi di non essere nessuno, di non poter andare da nessuna parte. Ma se prendi una valutazione “Non ancora”, capisci di essere in fase di apprendimento, traccia una strada per il futuro.

Ecco alcuni esempi. In un anno, una classe di asilo ad Harlem, New York, si è classificata nel 95esimo percentile nella classifica nazionale. Molti di questi ragazzi non sapevano tenere in mano una matita quando sono arrivati a scuola. In un anno, studenti del quarto anno nel South Bronx, molto indietro, sono diventati la prima classe di quarta dello stato di New York nel concorso nazionale di matematica.

In un anno e mezzo, studenti Nativi Americani in una scuola di una riserva, sono passati dalla posizione più bassa alla cima della classifica del loro distretto, e quel distretto comprendeva sezioni benestanti di Seattle, così i bambini nativi hanno surclassato i bambini Microsoft.

La convinzione che le persone non sono quello che fanno ma sono tutto ciò che possono diventare è il ponte che conduce non solo verso l’apprendimento e l’evoluzione, ma anche verso il benessere e l’autostima; la personalità e i comportamenti non definiscono più chi sei, sono solo una piccola parte, un momento verso l’evoluzione di chi puoi diventare».

Paola Velati

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