«Perché tutti hanno bisogno di un coach» è un’affermazione forte che necessita di essere giustificata.

Si parla tanto di coaching, di quello che è e di quello che non è, di quali siano i compiti di un coach, del perché affidarsi a un coach e di quali siano i vantaggi. Nonostante se ne parli tanto, c’è pochissima chiarezza.

In un articolo precedente: “Il coaching: cos’è e a cosa cosa serve” abbiamo parlato, anche se in modo succinto, di cosa sia il coaching. In questo articolo vogliamo invece focalizzare l’attenzione sul perché tutti hanno bisogno di un coach, e lo faremo facendo chiarezza su quelli che sono i compiti fondamentali di un coach e i relativi vantaggi per le persone che a un coch si affidano (per maggiori informazioni sul coaching: Il Coaching).

Perché fare chiarezza sui compiti di un coach

Dicevamo che uno degli aspetti sui quali bisogna fare chiarezza, a proposito del coaching, è relativo ai compiti di un coach.

Dico questo perché ho notato che perfino i coach stessi, quelli “nuovi” e con poca esperienza, hanno le idee confuse al proposito. Infatti, a volte tendono a commettere l’errore di voler fare tutto ciò che è in loro potere per portare il “cochee” a raggiungere a tutti i costi il proprio obiettivo.

Niente di più sbagliato! Certo, uno dei compiti di un coach è quello di aiutare le persone a trasformare i propri obiettivi in risultati. Ma solo dopo essersi accertati che quegli obiettivi e quei risultati siano ciò che la persona davvero vuole, che abbia le risorse per poterli realizzare, che siano appropriati, ecologici, che ne valgano la pena e così via.

Detto ciò, quali sono, allora, i compiti fondamentali di un coach? Ti direi che il compito più importante di tutti è quello di promuovere consapevolezza e responsabilità. E questo, come vedremo, è uno dei motivi fondamentali per cui tutti, ma proprio tutti, abbiano bisogno di un coach.

Il perché della consapevolezza

Ma perché il primo compito di un coach è quello di sviluppare consapevolezza?

Non siamo forse già tutti consapevoli di noi stessi, delle nostre situazioni, desideri, risorse e quant’altro? La risposta a questa domanda è: «In parte, solamente in parte». Vediamo ora il perché.

La nostra “mappa del mondo” è un filtro

Come prima cosa e in linea generale, tieni presente che noi esseri umani, non siamo dei fenomeni a “vedere” le cose in modo oggettivo (sempre ammesso che sia possibile 🤪).

Non siamo neppure bravissimi a “vederci dall’esterno”, dal “di fuori”, e cioè a vedere noi stessi e i nostri comportamenti così come li vedono gli altri, sempre tenendo conto che persone diverse li vedranno comunque in modi diversi.

Quello che ti voglio dire è che la percezione dei comportamenti, delle situazioni, dei fatti e degli eventi, è filtrata dalla nostra mappa del mondo; dalle nostre convinzioni, dai nostri valori, dalle nostre abitudini di pensiero. etc. Questi filtri, inevitabilmente comportano delle distorsioni. 

Di conseguenza, ci sono aspetti della “realtà” che semplicemente “ci sfuggono”, mentre ce ne sono altri ai quali magari attribuiamo un’importanza sproporzionata. Allo stesso modo, spesso ci sono soluzioni o opportunità che non riusciamo a vedere, o magari rischi che non prendiamo in considerazione.

Le nostre “abitudini di pensiero” sono un filtro

Inoltre, siamo esseri abitudinari! Ti sei mai accorto che, tendenzialmente, ogni giorno pensi gli stessi pensieri? Infatti, per come siamo “costruiti” e per come “funzioniamo”, ecco quello che avvine.

Ogni giorno, e giorno dopo giorno, chi più e chi meno, ognuno di noi tende a fare le stesse cose. Un esempio di una giornata tipo: ti alzi la mattina dalla stessa parte del letto, bevi il caffè, fai la doccia, ti vesti, esci di casa, arrivi in ufficio, dove incontri sempre le stesse persone e, più o meno, svolgi sempre gli stessi compiti, torni a casa la sera, fai un’altra doccia, ti rilassi un po’, magari davanti alla televisione, ceni, forse altra TV o magari un libro, vai a dormire per poi ricominciare da capo.

Sono consapevole che non sia così per tutti, si tratta di un esempio, magari un po’ scolastico, ma comunque sia la maggior parte delle persone tende ad avere delle routine piuttosto ripetitive.

Quello che succede è che lo stesso ambiente sollecita costantemente le stesse connessioni neurali e attiva quindi gli stessi pensieri. Ecco spiegato come mai, soprattutto dopo una certa età, cominciamo a pensare in modo ripetitivo invece che in modo creativo. È un po’ come se rimanessimo intrappolati nei nostri stessi schemi di pensiero. Facciamo quindi fatica a vedere oltre l’orizzonte delle nostre abitudini.

Ciò a cui siamo abituati diventa normale

Pensa alla tua esperienza quotidiana o a quella delle persone che conosci.

Ti sarà capitato di vedere una persona pesantemente sovrappeso e totalmente fuori forma fisica, una di quella persone che, dopo pochi passi a piedi, sono completamente senza fiato. Una di quelle persone che, quando qualcosa cade per terra, faticano a piegarsi per raccoglierla.

Spesso capita che, se chiedi a questa persona: «Come stai?», ti rispnda: «Benissimo». Certo, a volte la risposta è dovuta al fatto che si tratta di uno “scambio” convenzionale: «Come stai?» – «Bene, e tu?». Ci mancherebbe!

Tuttavia, a volte la risposta è del tutto sincera! E questo è dovuto al fatto che “lo stato” fisico o psicologico al quale siamo abituati, diventi per noi una nuova “normalità”, anche quando non lo dovrebbe essere!

Così, di nuovo, ci sono “cose” che proprio non riusciamo più a vedere!

Il “cosa” della consapevolezza

Ok, mi dirai, ma, detto tutto ciò, di cosa stiamo parlando esattamente? Di cosa dovremmo diventare più consapevoli specificatamente? Beh, ci sono diversi aspetti da prendere in considerazione, tutti ugualmente importanti.

Consapevolezza della situazione desiderata

In primo luogo, consapevolezza di quello che si vuole. Questo è un argomento vasto e che può essere declinato in molti modi, analizzato da molteplici punti di vista, Vediamone alcuni.

Quello che non vuoi e quello che vuoi

Dopo tanti anni di coaching, mi sorprendo ancora nel notare quanta fatica facciano le persone a rispondere a quella che, apparentemente, è la più semplice delle domande: «Che cosa vuoi?».

Di fronte a una domanda di questo tipo, la maggior parte delle persone tende a rispondere dicendo quello che non vuole. Frasi come: «Non voglio più sentirmi costantemente in ansia» o «Voglio smettere di fumare» sono più frequenti di quanto si possa immaginare.

Affermazioni come queste sono certamente importanti e contengono informazioni di valore. Ciononostante non sono sufficienti.

Non basta sapere quello che non vuoi, devi anche sapere cosa vuoi al posto di quello che non vuoi. So che sembra un gioco di parole, prova a pensarlo così: «Non voglio più sentirmi sempre in ansia». Per poterti “non sentire in ansia”, dovrai per forza sostituire quello stato d’ansia con uno stato diverso, magari di serenità o di tranquillità, o con qualsiasi stato di tuo gradimento.

Devi dare una direzione positiva alla tua mente; per poterti liberare dell’ansia, al posto dell’ansia devi metterci qualche altra cosa!

Chiarezza in fatto di valori

Molte persone, nel momento in cui si pongono obiettivi o nel momento in cui prendono decisioni, dovrebbero fare un passo indietro e fare chiarezza sui propri valori.

In PNL i valori rispondono alla domanda «Che cosa è importante per te?». Detto in modo diverso: «Cosa ci deve essere nella tua vita affinché tu possa dire di vivere la vita che desideri?». O ancora: «Quali sono le condizioni necessarie e iprescindibili affinché tu possa dire di avere la vita che desideri?»

Le risposte a questo tipo di domande sono una combinazione di “cose” come: “sicurezza, avventura, tranquillità, creatività, crescita, libertà, indipendenza, etc.». Queste “cose” sono appunto i “valori” e, una volta specificati, ci danno precise indicazioni sulla direzione da prendere per raggiungere la “meta” desiderata.

Le decisioni che prendiamo e gli obiettivi che ci poniamo dovrebbero essere gli “step”, i passaggi, verso il raggiungimento dei nostri valori.

Ora, i valori sono un argomento importante che in questa sede posso trattare solo in modo superficiale, ma se vuoi saperne di più, vai all’articolo: “I Valori”, sul nostro Portale.

La cosa che qui vale la pena di sottolineare, è che il lavoro sui valori è bene farlo con un coach che sappia farti le domande giuste, anche quelle scomode che tu non ti faresti mai. Anche quelle domande che non potresti proprio farti, perché semplicemente “non riesci proprio a vederle”, perché, come abbiamo detto qui sopra, sono fuori dalla tua visuale, dalle tue abitudini di pensiero, e così via.

Chiarezza in fatto di obiettivi

Anche la definizione di un obiettivo, quando si parla di un obiettivo importante, non è cosa da dare così per scontata.

Affinché un obiettivo possa essere efficacemente trasformato in un risultato, deve essere “ben formato”, e cioè deve avere determinate caratteristiche. Per accertarti che il tuo obiettivo risponda a dette caratteristiche, dovrai rispondere a tutta una serie di domande, che un coach conosce e usa abitualmente. Attraverso tutte queste domande un coach è in grado di guidarti attraverso un processo che ti porta a fare chiarezza.

Per esempio, molti fanno confusione tra scopo e obiettivo. Un obiettivo risponde alla domanda: «Che cosa vuoi?». Lo scopo risponde alla domanda: «Perché lo vuoi?».

Nella pratica: Obiettivo: «Voglio arrivare a guadagnare x euro al mese» – Scopo: «Voglio arrivare a guadagnare x euro al mese per poter consentire ai miei figli di vivere e di studiare all’estero».

Potremmo perciò dire che l’obiettivo è funzionale alla realizzazione dello scopo e che la motivazione più profonda non risiede nell’obiettivo, ma nello scopo.

Questa distinzione è importante, perché può aiutarti a sviluppare agilità mentale e a vedere oltre i limiti dei tuoi abituali schemi di pensiero.

Ti faccio un esempio scolastico. Obiettivo: «Aprire un nuovo ramo d’azienda a Dubai». Scopo: «L’internazionalizzazione dell’azienda». Allora, per raggiungere il tuo scopo, potresti percorrere anche strade alternative, come aprire in Svizzera invce che a Dubai.

Un coach può aiutarti quindi a diventare consapevole sia di quello che vuoi veramente, che di tutte le possibili opzioni, o strade, per andare da dove sei, a dove vuoi andare.

Come per i Valori, anche l’Obiettivo Ben Formato è un argomento importante, e non è questa la sede per trattarlo approfonditamente. Se vuoi maggiori informazioni, vali all’articolo: “LObiettivo Ben Formato” su questo Blog, oppure all’articolo: “Obiettivo Ben Formato” sul nostro Portale.

Consapevolezza della situazione attuale

Anche rispetto al punto di partenza, alla nostra situazione attuale, non sempre abbiamo le idee così chiare relativamente a un certo numero di cose.

Una di queste sono le risorse delle quali abbiamo bisogno per poter raggiungere i nostri obiettivi e, tra queste, quelle che sono a nostra disposizione, sotto il nostro controllo o nella nostra sfera di’influenza, e quelle che non lo sono.

Tra le risorse che non sono a nostra disposizione, ce ne saranno alcune che possiamo recupere e altre che non possiamo recuperare ma, come al solito, quando vediamo le situazioni “dal di dentro”, molte cose tendono a sfuggire.

Un altro aspetto importante è che spesso le persone non sono consapevoli delle opportunità presenti nella situazione attuale. Alle volte, sempre per gli stessi motivi di cui sopra, non riusciamo a vedere quello che è proprio sotto i nosti occhi.

Lo stesso discorso vale per le minacce. Non è così scontato individuarle tutte, specie quando siamo direttamente coinvolti in una situazione.

E tutto questo è ancora più vero, a maggior ragione, per quanto riguarda i segnali deboli di opportunità e di minaccia.

Un coach aiuta sicuramente a fare chiarezza su tutti questi aspetti, che sono fondamentali, non solo per il raggiungimento dei nostri obiettivi, ma a 360 gradi, per il nostro equilibio e il nostro benessere generale.

Consapevolezza delle proprie risorse interiori

Questo è un aspetto assolutamente centrale.

Spesso si parla del “potenziale” che tutti noi possediamo in quanto esseri umani, ma raramente si chiarisce cosa sia questo “potenziale”, dove risieda e come accedervi, per poterlo utilizzare nella propria vita quotidiana.

Questo potenziale risiede molto semplicemente nel modo in cui siamo “costruiti” e nel modo in cui “funzioniamo”, dal punto di vista neurologico, biologico, etc.

Un coach, e in modo particolare un coach formato in PNL, ha grande familiarità con tutto ciò, ed è in grado di insegnarti a usare quelli che mi piace chiamare “i nostri superpoteri”.

Un coach formato in PNL è, infatti, anche un’insengante che ti rende consapevole di come la nostra comunicazione e il nostro comportamento (che in questo caso potrebbero essere trattati come sinonimi) interagiscono con le regole di funzianamento del nostro sistema nervoso e di come questa costante interazione generi poi degli schemi di comportamento o, se preferisci, una programmazione.

Una volta ottenuta questa consapevolezza sarai in grado di “riprogrammarti”, di riarredare di proposito l’interno della tua mente, di cambiare consapevolmente quello che fai internamente e nel mondo reale, così da ottenere i risultati che desideri.

Per esempio, cambiare abitudini negative, acquisire abitudini positive, accedere di proposito a uno sato di “peak performance” prima di una prova importante, e tanto altro ancora.

La responsabilità

Per “responsabilità” in questo caso non intendiamo semplicemente il senso ri responsabilità relativamente ai propri compiti e ai propri doveri, ma intendiamo qualcosa di diverso.

E cioè la consapevolezza che i nostri risultati dipendono da noi. Certo non stiamo dicendo che i nostri risultati non possano venire influenzati anche da casue esterne. In effetti, spesso lo sono. È nell’esperienza di tutti noi: il Covid19, la guerra, la crisi. Ma altre volte sono le politiche aziendali, la moglie o il marito, i figli, e chi più ne ha, più ne metta.

Quello che stiamo dicendo, però, è che nel momento in cui “dai la colpa fuori”, alla crisi, ai figli, alla moglie o al marito, derubi te stesso della possibilità di scegliere e cambiare.

Le difficoltà esistono per tutti, così come per tutti esistono i momenti di picco e i momenti di valle. Spesso dobbiamo accettare i fatti per quello che sono. Ma nel momento in cui “diamo la colpa fuori”, non ci facciamo la magica domanda: «Data la situazione, cosa posso fare io?». E nel momento in cui non ti fai quella domanda, resti impantanato nelle lamentele, nelle recriminazioni, nella storia della vittima.

In questo senso, la “responsabilità” è la consapevolezza più importante, è ciò che ti fa guadagnare il diritto di operare i cambiamenti necessari a risolvere o migliorare le cose.

Potresti avere tutte le abilità del mondo, ma senza il senso di responsabilità finiresti comunque per non usarle quando più ti servono.

Come molte “cose” della vita, la responsabilità è un impegno ma è anche, e soprattutto, un dono.

Paola Velati