Come ti senti quando qualcuno ti corregge o ti fa un appunto?

Non è sempre facile ammetterlo, ma molto spesso, anche quando l’intenzione di chi ci corregge è quella di aiutarci, ci sentiamo infastiditi o irritati.

Dare e ricevere un feedback correttivo è quindi faccenda molto delicata!

Qui di seguito qualche suggerimento per poter “correggere” qualcuno o dare un feedback “correttivo” efficacemente, e cioè evitando di offendere, di minare l’autostima della persona o di creare barriere comunicative.

Come NON correggere qualcuno

Robert Dilts, nel suo bellissimo libro “Il Potere delle Parole e dalla PNL“, suggerisce che gli errori che le persone commettono quando vogliono correggere il proprio figlio, collaboratore, collega o amico, in linea di principio sono sempre gli stessi:

  • il feedback viene espresso attraverso un’affermazione, per esempio: «Questo progetto è ridicolo», «Il lavoro è mal fatto!», etc.
  • il feedback viene dato usando un linguaggio astratto, per esempio: «Questo risotto è cattivo». In questo caso il linguaggio astratto preenta due criticità:
    • parole come “buono”, “cattivo”, “bello” o “brutto” rischiano di essere “giudicanti” e quindi magari offensive;
    • il linguaggio astratto non fornisce un feedback sufficientemente specifico. Per esempio, se ti dicessi che il «risotto è cattivo» non sapresti come farlo meglio la prossima volta,
  • il feedback viene spesso dato esprimendo un giudizio sull’identità o un giudizio che viene percepito sull’identità . Per esempio: «Sei un maleducato!», «Non capisci niente!» «Il tuo progetto è ridicolo» (che viene lette come “Io sono ridicolo”);
  • il feedback viene dato riferendosi a “quello che non si vuole” invece che a “quello che si vuole. Per esempio: ti dico quello che non voglio, e cioè che il “progetto sia troppo caro”, invece di quello che voglio, e cioè che il progetto sia “economicamente sostenibile”.

Come correggere senza far arrabbiare

Quindi, se vuoi dare feedback in modo “corretto”, devi fare l’esatto opposto:

  • invece di fare un’affermazione, fai una domanda;
  • usa un linguaggio specifico e preciso;
  • evita qualsiasi forma di giudizio;
  • riferisciti a quello che vuoi.

Un esempio su tutti:

  • non funziona: «Sei matto! Questo progetto è troppo caro!».
  • funziona: «Progetto interessante… e come pensi di poter fare per renderlo economicamente sostenibile?»

In questo modo ottieni un duplice risultato:

  • motivi la persona;
  • le “passi la palla” per la soluzione.

Paola Velati