Ci sono diversi modi per affrontare l’argomento Coaching & Marketing, a me ne vengono in mente almeno tre diversi:

  1. il mio storico e come è cambiato il mio approccio al marketing dopo aver acquisito competenze di coaching
  2. gli strumenti di un coach fondamentali per chi fa marketing
  3. le abilità di un coach per chi fa consulenza/management nel markting per “vendere” le proprie idee e strategie ai clienti e agli stakeholders

Tutti e tre questi punti di vista sono, ovviamente, collegati e presentano interessanti sviluppi e fonti di impegno, e grattacapi, per chi, in questo caso io, vuole mettersi in ballo a parlarne.

Consapevole di quanto tutto questo possa essere utile, ci proverò facendo del mio meglio.

Partiamo da me

Solo a vederlo scritto così sulla pagina mi rendo conto di quanto possa sembrare altezzoso e un po’ ridicolo.

Quindi specifico meglio, parlo della mia esperienza solo perché può funzionare da esempio pratico essendo io una persona normale, con capacità normali e uno storico che può essere comparato con quello di molti.

Io arrivo dal mondo dell’editoria e, in quel mondo, mi sono iniziato a confrontare con i temi del marketing in maniera involontaria, accessoria e inconsapevole.

Ogni mese si trattava di:

  • capire quale fosse il target della rivista X o Y e se e come stava mutando
  • analizzare cosa facessero le altre riviste del medesimo settore
  • far comprendere ai lettori perché acquistare un nuovo numero della rivista X o Y invece di spendere quegli € per qualcosa d’altro.

Insomma, citando la Treccani:

Marketing: Con riferimento alle imprese produttrici di beni di largo consumo, il complesso dei metodi atti a collocare con il massimo profitto i prodotti in un dato mercato attraverso la scelta e la pianificazione delle politiche più opportune di prodotto, di prezzo, di distribuzione, di comunicazione, dopo aver individuato, attraverso analisi di mercato, i bisogni dei consumatori attuali e potenziali.

Dal “talento” al metodo

Tutto questo l’ho sempre fatto, da quando sono stato responsabile di una rivista o di un gruppo di riviste, in maniera istintiva oppure “rubando” il mestiere ai colleghi più bravi e più esperti.

Ti faccio un esempio pratico, uno strumento fondamentale per incentivare le vendite è, potrai intuirlo da solo, la copertina e gli “strilli di copertina“, le cose scritte in copertina da cui prende il nome la professione dello “strillone”.

Ritengo di aver sempre avuto una buona sensibilità per questo lavoro e i risultati mi hanno spesso dato ragione ma tutto questo era, all’epoca, frutto di:

  • esperienza
  • istinto
  • culo (scusa il francesismo)

Dopo aver terminato la mia esperienza nell’editoria, 20 anni circa, ho incontrato la PNL (Programmazione Neuro-Linguistica) e il Coaching e allora ho capito che potevo aggiungere un quarto elemento a tutto questo:

  • il metodo

Piccola parentesi per chi ha già storto il naso

So che molti hanno una certa idea della PNL e del Coaching, so che molti hanno utilizzato e utilizzano queste due discipline per tirare “sole” alla gente e so che non si tratta di discipline scientifiche e che qualcuno inserisce nel novero delle pseudoscienze.

Io sono qua a parlare di strumenti, il proselitismo non fa parte della mia natura e quindi ti chiedo solo di sospendere il giudizio per un attimo.

Io ho fatto lo stesso quando ho iniziato a conoscere queste discipline, partendo dai tuoi stessi preconcetti basandomi sull’unico assunto: funziona/è utile VS non funziona/è inutile.

Perché è utile

L’ho già accennato prima, mi ha fornito un metodo e questo permette di sostenere e massimizzare: esperienza, istinto e di calmierare l’effetto del culo (ops, l’ho rifatto).

Occupandosi la PNL di come ciò che si dice e come lo si dice influenza il pensiero e quindi l’agire (perdonami Paola Velati per l’ipersemplificazione) sei perfettamente in grado di intendere come sarebbe potuta essermi utile nello scrivere gli strilli di copertina delle mie riviste.

Il Coaching invece tratta di come aiutare le persone a trovare strumenti, strategie e risorse per passare da dove sono (stato attuale) a dove vogliono andare (stato desiderato) e, se hai mai dovuto guidare un team o un cliente verso l’applicazione della migliore strategia di marketing possibile ti renderai conto di come tutto questo non sia utile, bensì indispensabile!

Per concludere (per ora)

Mi rendo conto di averti dato fino a qui giusto qualche accenno e forse aver aperto un paio di spiragli di curiosità nella tua mente.

Almeno spero.

Come ho scritto all’inizio, si tratta di un tema interessante ma che implica il passaggio di un sacco di informazioni per risultare definitivamente chiaro e non pretendo di ridurlo a un solo articolo, sarebbe riduttivo e svilente.

Prometto però di non abbandonarlo e di tornarci sopra con regolarità così da approfondire assieme le scoperte utili che ho fatto e, magari, confrontarci assieme.

Gualtiero Tronconi