La prima imprenditrice donna, tra l’altro donna di colore, e come tale all’epoca, una minoranza di una minoranza, fu Sarah Breedlove, in seguito conosciuta, in quanto imprenditrice, come Madam C.J. Walker.
Sarah, nata in condizioni di estrema povertà, divenne la prima milionaria afroamericana negli Stati Uniti, dove fece fortuna grazie alla sua linea di prodotti di cura per i capelli delle donne di colore.
Le sue origini
Sarah nacque il 23 dicembre 1867, vicino a Delta, in Louisiana. I suoi genitori, Owen and Minerva, erano mezzadri nati in schiavitù. Sarah fu la quinta di sei figli, di cui quattro più grandi; Louvenia, Alexander, James, Owen Jr. e uno più piccolo; Solomon. Fu la prima nella sua famiglia a nascere libera dopo la proclamazione di emancipazione.
La sua vita cominciò in modo estremamente difficile. Nel 1872, quando Sarah aveva solo cinque anni, sua madre morì, sembra di colera. Suo padre si risposò, ma a sua volta morì poco dopo. A quel punto Sarah andò a vivere con la sorella maggiore e il cognato, Willie Powell, che era abusivo e la maltrattava. Per sfuggire ai maltrattamenti del cognato, nel 1981, a soli quattordici anni si sposò con Moses McWilliams.
Dal matrimonio, nel 1885, ebbe una figlia, Lelia McWilliams, che in seguito, per motivi sconosciuti, cambiò il suo nome in A’Lelia Walker. Nel 1887, a soli vent’anni, Sarah rimase vedova, con la piccola Lelia, che all’epoca aveva solo due anni. Una volta rimasta vedova, si trasferì con la figlia a St. Louis nel Missouri, dove i suoi fratelli maggiori erano barbieri e dove visse lavorando come lavandaia e studiando la sera.
In quel periodo diventò un’attivista nell’Associazione Nazionale delle Donne di Colore e cominciò a cantare nel coro della Chiesa Episcopale Metodista Africana di St. Paul.
Nel 1894 Sarah conobbe John Davis, che divenne il suo secondo marito. Sembra che John Davis non fosse proprio quello che si dice “uno stinco di santo”; aveva un’amante, picchiava Sarah, beveva e giocava d’azzardo. Così, il secondo matrimonio di Sarah si rivelò essere piuttosto sfortunato e durò solo fino al 1903.
I primi passi fortunati
Nel 1905 Sarah si trasferì a Denver dove finalmente si verificarono alcuni eventi “fortunati”. A Denver sposò Charles J. Walker, che divenne il terzo marito e ispirò il nome del suo futuro impero.
Come spesso accade, la sua fortuna cominciò proprio da uno dei suoi numerosi problemi; nel corso degli anni Sarah cominciò a perdere i capelli. Problema piuttosto comune a quell’epoca a causa delle pessime condizioni igieniche che causavano numerosi problemi al cuoio capelluto.
Per risolvere il suo problema Sarah provò alcuni prodotti già presenti sul mercato, tra cui quelli commercializzati da un’altra donna di colore, Annie Malone, per la quale Sarah cominciò a lavorare come venditrice.
Sarah sperimentò anche alcuni rimedi casalinghi, fino a che, sembra con l’aiuto di Edmund L. Scholtz, che non è chiaro se fosse un venditore di farmaci o un farmacista, mise a punto uno shampoo e una pomata a base di zolfo.
Sarah raccontava che la formula del prodotto le era “apparsa” in sogno: «Dio ha risposto alla mia preghiera, una notte ho fatto un sogno, e in quel sogno un grosso uomo nero mi è apparso e mi ha detto cosa mescolare per il mio capelli. Alcuni degli ingredienti sono coltivati in Africa, ma me li sono procurati, li ho miscelati e li ho messi sul mio cuoio capelluto e in poche settimane i miei capelli sono cresciuti più velocemente di quanto non fossero mai caduti. L’ho provato con i miei amici; li ha aiutati. Ho deciso che avrei iniziato a venderlo».
Il suo successo
Sarah Breedlove iniziò a commercializzare i suoi prodotti con il nome di Madam C. J. Walker, marchio destinato a diventare famoso e con il quale diventò ufficialmente la prima imprenditrice donna di colore.
Questo naturalmente condusse a una rottura con Annie Malone.
Cominciò vendendoli lei stessa “porta a porta”, prima localmente e poi, insieme al marito, iniziò a viaggiare e a vendere in tutti gli Stati Uniti, mentre la figlia, da Denver, si occupava della vendita per corrispondenza.
All’inizio, suo marito l’aiutò con il marketing, la pubblicità e gli ordini per corrispondenza, ma con la crescita dell’attività i due divorziarono.
Nel 1908 si trasferì a Pittsburgh dove aprì un centro, che oggi chiameremmo “di formazione professionale” dal nome “Lelia College”. Al “Lelia College” insegnavano i fondamenti della cosmesi e della tricologia a donne che avrebbero poi svolto la professione di “hair culturists” o “Walker agents”. In buona sostanza il loro compito sarebbe stato quello di commercializzare i prodotti sempre attraverso una vendita “porta a porta”.
Sarah non si limitava a istruire queste donne professionalmente, ma si preoccupava anche di educarle su questioni sociali e politiche e le incoraggiava a diventare economicamente indipendenti. Le allieve del “Lelia College” erano donne umili destinate a lavori umili, alle quali Sarah offriva l’opportunità di guadagnare molto più di quanto avrebbero mai potuto sperare sperare di guadagnare. Sembra che sia arrivata ad avere un numero di “walker agents” di circa 10 o 20 migliaia.
Nel 1910 si trasferì a Indianapolis, dove costruì una fabbrica per produrre direttamente i cosmetici, che, grazie ad alcuni viaggi fatti precedentemente, cominciò a vendere anche ai Caraibi.
Nel 1916 si trasferì di nuovo. Questa volta ad Harlem, dove Sarah aveva precedentemente acquistato due immobili che destinò in parte alla sua abitazione privata e in parte a un salone di bellezza e a una scuola per le sue “walker agent”.
Successivamente costruì una meravigliosa villa, che chiamò “Villa Lewaro” a Irvington, una cittadina nello Stato di New York, dove si trasferì definitivamente.
La sua visione
La reputazione di Sarah come prima imprenditrice donna, di successo e di colore, era pari alla sua reputazione di filantropa.
Creò club per i suoi dipendenti, incoraggiandoli a “restituire” alle loro comunità e ricompensandoli con bonus quando lo facevano, dimostrando una visione di leadership molto avanti rispetto a suoi tempi.
In un momento storico in cui i posti di lavoro per le donne di colore erano piuttosto limitati, promosse il talento femminile, stabilendo persino nello statuto della sua azienda che solo una donna poteva servire come presidente.
Fece generose donazioni a cause educative e associazioni di beneficenza nere, finanziando borse di studio per donne al Tuskegee Institute e donando alla National Association for the Advancement of Colored People (NAACP), alla Black Young Men’s Christian Association (YMCA) e a dozzine di altre organizzazioni che hanno contribuito a fare la storia dei neri.
Nel 1912 fu invitata a parlare all’incontro annuale della “National Negro Business League” e raccontò così la sua storia:
«Sono una donna che proviene dai campi di cotone del sud. Sono stata promossa lavandaia. Poi sono stata promossa cuoca e da lì mi sono promossa da sola nel mondo degli affari ideando e realizzando prodotti per capelli».
Sarah morì nella sua casa a Irvington il 25 maggio 1919, all’età di cinquantuno anni.
Oggi è ricordata come una pioniera, la prima imprenditrice donna di colore, e ha ispirato molti con la sua indipendenza finanziaria, il suo acume negli affari e la sua filantropia.
La sua vita, e la sua biografia “On Her Own Ground: The Life and Times of Madam C. J. Walker” scritta da A’Lelia Bundles, è stata anche ispirazione per una miniserie pubblicata nel 2020 su Netflix dal titolo “Self-made: la vita di Madam C.J. Walker“.
Paola Velati